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Il disturbo ossessivo compulsivo


Buonasera dottor Di Mauro,
Le chiedo solamente il motivo per il quale, spero che sia convincente nei miei confronti, lo psicologo possa aiutare e curare nello stesso tempo in maniera decisiva una persona affetta di disturbo ossessivo per lo meno, come si fa a vivere con una persona famigliare in un contesto di questo genere.
Grazie per la sua cordiale disponibilità in merito

Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da due aspetti fondamentali: il primo riguarda un certo tipo di pensieri, impulsi, immagini ossessivi, ricorrenti e persistenti che apparentemente subentrano nella mente in modo intrusivo e inappropriato, generando stati di stress e ansia che possono incidere seriamente sul corso delle attività quotidiane. Il secondo aspetto riguarda il comportamento compulsivo che viene messo in atto sia fisicamente (lavarsi le mani, mettere in ordine, e altri tipi di controllo) sia mentalmente (pregare, contare, ripetere parole in silenzio) per tentare di neutralizzare la minaccia rappresentata dall'ossessione, ad esempio lavarsi le mani (compulsione) temendo il contagio di una malattia (ossessione) dopo aver toccato la foto di un malato.


Spesso ai controlli ripetitivi si articola un livello più complesso di controlli di ordine superiore, vale a dire la persona cerca di controllare le ossessioni cercando di sopprimerle dato che le ritiene assurde e prive di fondamenta, ma questo tentativo paradossalmente non fa che rievocare i pensieri ossessivi. Siamo in presenza insomma di un classico circuito emozioni-pensieri-comportamento che si autoalimenta e comporta una serie di ripercussioni sulla stabilità psicologica del soggetto.


Non è facile stabilire fino a che punto si possa eliminare questa sintomatologia fin quando non si abbia diretta conoscenza della persona che ne soffre. Le ricerche sul disturbo ossessivo-compulsivo concordano sul fatto che il trattamento psicofarmacologico abbinato ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale aumenti la probabilità di successo terapeutico. Bisogna aggiungere quanto sia importante valutare il sistema familiare entro cui il soggetto manifesta i disturbi ossessivi-compulsivi e per questo motivo non è da escludersi un eventuale incontro anche con la famiglia in vista di una analisi più interattiva del problema. Questa possibilità ha un duplice scopo: da un lato, permette di comprendere la natura relazionale del disturbo mentale (aspetto per la verità in comune con tutti i disagi psichici) consentendo di introdurre una terapia "allargata" in cui il paziente designato figura più come la punta dell'iceberg del problema familiare; dall'altro lato dà la possibilità ai familiari di "riorganizzare" il proprio comportamento in relazione all'altro ripristinando un equilibrio di benessere diffuso.

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