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  • Immagine del redattoredott. Di Mauro

La mente come una nuvola

Aggiornamento: 14 apr 2020




Mi capita spesso che un paziente o un amico mi chieda come sia possibile portarsi dentro certi problemi che fanno star male per un'intera esistenza. In questi casi un modo efficace per mostrare quanto sia non solo possibile ma "naturale" è osservare l'atmosfera turbolenta del pianeta Giove. Nell'apparente caos di immense tempeste atmosferiche, se si osserva con attenzione, ci sono ricorrenti schemi che perdurano nel farsi e disfarsi probabilmente da millenni. Sterminati cicloni e anticicloni che appaiono e scompaiono come in una logica buddistica. In queste fasce colorate, tempeste di gas, vortici impazziti, si organizzano schemi, disegni, ordini astratti che mantengono una configurazione coerente nel tempo. Microsistemi turbolenti, critici, autorganizzati. Auto-organizzati significa che dal caos emergono relazioni e strutture complesse e resistenti al caos.


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Adesso pensiamo ad un esempio terrestre fornito dalla storia delle popolazioni umane. Da secoli, come lungo i secoli ci sono stati focolai di guerra in Europa o nel vicino Oriente. Pensiamo anche alla storia individuale, alla biografia umana attraversata da turbolenze irrisolte che insistono sugli stessi elementi irrequieti. Si tratta di temi personali, rapporti specifici che hanno formato emozioni, significati, comportamenti e le relative temperature fredde o avvampanti. Ecco cosa propongo: imparare ad osservare la mente come ad un sistema meteorologico per intuire la chiarezza funzionale dei problemi che provocano incertezze e amarezze. I problemi interiori si comportano come organizzazioni complessive che assolvono una funzione essenziale: tenere in equilibrio i rapporti, tenere a bada le intensità.


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La psicoterapia in fondo è un luogo di fraintendimento perché non è lì che ci si va a sfogare. Stare bene o recuperare il benessere non è escludere la sofferenza. Non è far esaurire quegli uragani emotivi. La psicoterapia non è sfogo. La psicoterapia non è un computer che "attende" un input. La psicoterapia va proprio alla ricerca di quelle costanti perturbazioni non come elementi distruttivi da spazzare via. La psicoterapia non esaurisce i problemi, va alla ricerca di essi come elementi indiscutibili dell'uomo. Ne rispetta la funzione esistenziale e il contenuto di conoscenza che sviluppa. Non pensate ai vostri problemi come vicoli ciechi che non portano a nulla. Nella psicoterapia ho imparato ad accettarne le complicazioni – un'accettazione difficile da raggiungere, alle volte di lunga durata, ma ineludibile - perché solo così potesse emergere, autorganizzarsi, un quadro personale prevedibile e controllabile. In questo sofisticato ed elegante processo qual è quello terapeutico, i problemi servono non tanto a fornire soluzioni chiuse, ma a produrre altre forme di problemi aperti ad una ricchezza emotiva gestibile, stabile che, soprattutto, non fa male.

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